La rinascita della Juve? Parte anche da un diverso tipo di allenamento!

La Juventus è ritornata a far tremare i tifosi delle squadre avversarie. Del resto, se si chiede in giro ai tifosi di tutti gli altri team qual è la rosa che temono di più, la gran parte dicono la Juventus di Massimiliano Allegri.

Una Juventus che dopo la cocente eliminazione dalla Champions League e un cammino iniziale in campionato da brividi – culminato con la sconfitta contro il Monza – ha ripreso a marciare alla grande, vincendo le ultime sei gare e arrivando al terzo posto.

Ma quali sono stati i ‘segreti’ di questa ripresa? Eccone alcuni.

La nuova dieta e il nuovo allenamento di Kean

A dirlo è stato lo stesso calciatore ex PSG Moise Kean, autore della doppietta che ha steso la Lazio di Maurizio Sarri e già a quota quattro in questo campionato. Chi lo conosce bene lo ha già detto: l’attaccante in prestito alla Juventus si è messo a lavorare sodo, in silenzio in questi 6 mesi.

Partito dietro nelle gerarchie e, anzi, chiuso – almeno sulla carta – da Milik, il calciatore nel mirino della Nazionale di Roberto Mancini ha scalato le gerarchie e oggi è diventata una pedina, se non insostituibile, quantomeno meno importante.

Kean ha detto che ha lavorato duro in palestra e anche riuscendo a perdere ben sei chili. Tutto lascia pensare che le sue tecniche di allenamento siano state fatte con attrezzature speciali come la panca multifunzione regolabile.

A ciò, inoltre, si è aggiunta una dieta ferrea che ha sì ‘privato’ Kean di gustare alcune prelibatezza ma che, dall’altro lato, gli ha consentito di rispondere ‘presente’ quando è mancato Dusan Vlahovic. I margini di miglioramento da parte di questo ragazzo sono evidenti. Deve continuare su questa strada.

Un nuovo schema tattico

All’inizio la Juventus giocava con una sola punta di ruolo che all’occorrenza poteva essere Milik (autore del goal della discordia contro la Salernitana) o Vlahovic. Allegri, però, ha avuto il coraggio di cambiare in corsa e ha cambiato modulo in campo: le punte sono raddoppiate e, quindi, lo schema diventa un 3-5-2.

Ciò significa, ovviamente, che per lo stesso Moise Kean di cui parlavamo prima c’è più spazio ma, al di là di questo, la doppia punta permette alla squadra di non dare punti di riferimento. Volendo essere un po’ scolastici, se la Juventus gioca con Vlahovic e Milik davanti – peraltro entrambi mancini -, la squadra avversaria non può limitarsi a marcare uno di loro ma dovrà capire come fronteggiare i due bravi attaccanti bianconeri.

Certo, sugli esterni c’è un lavoro tutta fascia che si dovrà fare ma basta anche che l’interno di centrocampo di zona possa coprire le avanzate di Chiesa e Cuadrado, giusto per fare due nomi.

Almeno per il momento, anche quando ritornano Pogba e Chiesa a pieno regime, sembra che Allegri non voglia cambiare modulo. C’è da aspettarselo, visto che il modulo è stato uno dei motivi che hanno consentito alla Juve di ri-ottenere il prestigio e il rispetto che merita questa squadra.

Difesa imperforabile

La Juventus è la migliore difesa d’Italia. Detta così, può sembrare quasi una eresia ma è la pura e semplice verità. E no, non è una opinione ma è un fatto. Wojciech Tomasz Szczęsny e Perin, infatti, hanno subito solo 7 gol in 15 partite. Per gli appassionati delle medie, si tratta di meno di mezzo goal a partita. Un traguardo ottenuto grazie a una difesa solidissima che non lascia spazio a nessuno.

Giusto per far comprendere le proporzioni, il Napoli di Spalletti ha subito 12 reti, quasi uno a partita. Il Milan – che però si è visto privarsi del portiere titolare – è addirittura a 15. Ironia della sorte, dopo la Juventus la miglior difesa è quella della Lazio di Maurizio Sarri, a quota 11, nonostante i due goal presi proprio dai bianconeri. Si dice che lo Scudetto lo vince la miglior difesa e non il miglior attacco e, a conti fatti, questa affermazione è vera. Stando, però, al momento della Juventus e al ‘muro’ impenetrabile della sua difesa, la lotta per vincere il campionato è apertissima. E tra i pretendenti anche la squadra di Max Allegri si è ritagliata un ruolo da assoluto protagonista.