Evra: “Lo Stadium più emozionante dell’Old Trafford”
Patrice Evra, in occasione del classico appuntamento a “Filo Diretto” su JTV, ha parlato con i suoi nuovi tifosi bianconeri. L’esterno mancino ha subito analizzato la prossima sfida in campionato contro il Milan:“Ci aspettiamo una gara difficile come tutte, ma noi siamo la Juve. Quando ho firmato volevo giocare partite come questa, giocheremo in casa loro ma faremo subito vedere il nostro valore”. Poi Evra ha dato il suo parere anche sul suo connazionale Coman: “È un giovane di talento, umile e con le caratteristiche per andare avanti. Puoi avere la tecnica di Cristiano Ronaldo ma se non hai la testa non vai da nessuna parte. Il papà mi ha dato l’ok per essere duro con lui e aiutarlo a crescere“. Per quanto riguarda la Champions League sarà fondamentale la sua esperienza e proprio su questo il francese è stato chiaro: “Tengo molto alla Champions. La Juve ha una storia gloriosa e per rispettarla dobbiamo vincere. Parlando con Tevez mi sono chiesto come mai non si riesce ad andare avanti. In Europa devi essere sempre concentrato, più che in campionato, perché gli avversari ti possono subito punire. Poi Evra esprime la sua opinione sul modulo: “Io non sono l’allenatore, la vedremo però certo. Io giocare a 4 o a 3 o dietro non ho problema, ho solo voglia di giocare. Si lavora per vincere qui e basta. A Manchester ho giocato 8 anni a 4 ma anche con quinto di centrocampo non è una novità. Basta metterci il cuore e puoi giocare dove vuoi. Lo Stadium? Una struttura incredibile. Sono stato sorpreso dall’atmosfera anche durante il riscaldamento. Non è più grande dell’Old Trafford però è più emozionante. Ti senti a casa, perché tutta la gente è davvero li per te. Spero che anche nei momenti difficili ci sia aiuto da loro. Tevez? L’ho trovato più maturo, più uomo di squadra. Ho ritrovato un leone. lui qui è per me un grande aiuto”. Infine Evra spiega ancora una volta il perché sulla sua scelta di vestire il bianconero: “Sono andato via da Manchester per problemi personali e l’unica squadra che poteva accogliermi come volevo era la Juve. È un club che ha una storia, ha degli obiettivi. Conte mi aveva chiamato tante volte per convincermi. Ora sono juventino e felice. Mi sembra di continuare con un grande club, non ho visto differenze. Tutti, dai medici ai magazzinieri agli addetti stampa, tutti ti mettono in condizioni di dare del tuo meglio. Dopo un mese di lavoro sono contento di essere ancora vivo. La preparazione è stata molto dura, forse la più difficile che abbia mai fatto. Tutti devono ricordarsi del mio presente perché l’Evra dello United rappresenta il passato. faccio il massimo in allenamento e cerco di ascoltare sempre il mister”.