Smontato il caso Buffon: ha comprato 20 Rolex

Un timer a strettissimo giro”. Così l’avvocato di Gianluigi Buffon, Marco Valerio Corini, ha definito la diffusione di notizie sull’informativa della Finanza sul portiere e una sua presunta attività di scommettitore. “Ci si riferisce a un atto di 6  mesi fa che non ha sortito alcun effetto”, ha detto Corini, che ha ricordato come il bonifico più cospicuo riguardi “l’acquisto di 20 Rolex che sono nella cassaforte di Buffon da mesi”.

“Un acquisto compatibile con il suo reddito – ha continuato il legale – e che è scritto nella casuale del bonifico: cos’altro deve fare? Siamo in grado di dimostrare che ogni pagamento effettuato non riguarda le scommesse sportive. Se vogliamo andare ai fatti, non c’e’ un processo penale o un interessamento della giustizia sportiva e non c’è nulla che possa dimostrare che Buffon abbia scommesso, sono transazioni economiche tra due persone che si conoscono da anni di cui uno svolge anche quella di avere una ricevitoria. Da li’ non ci si pone il dubbio che possano essere operazione immobiliari o altro, si pensa necessariamente che devono essere scommesse e per giunta illegali. Ma non si ha neanche la prova che sia una scommessa. Buffon è stato ed è sempre a disposizione in maniera franca, leale e collaborativa”.

NELL’ “AGENZIA DI BUFFON” FLUSSO REGOLARE
Tutto regolare nel processo di accettazione delle scommesse – che una informativa della Finanza ha ipotizzato siano attribuibili al portiere della nazionale di calcio, Gigi Buffon – presso il corner-tabaccheria di Parma che, secondo i flussi di gioco che pervengono real time ai Monopoli di Stato (Aams), risulta essere uno dei pi- attivi a livello nazionale per quanto riguarda gli incassi realizzati. E’ quanto emerge dalle dichiarazioni raccolte dall’agenzia Agipronews presso l’Ufficio scommesse dei Monopoli di Stato. Secondo Agipronews dall’Ufficio scommesse dei Monopoli si sottolinea come “non si hanno informative circa comportamenti scorretti da parte del bookmaker e del titolare del punto vendita, ivi compresi quelli relativi all’antiriciclaggio, che obbliga il gestore al riconoscimento del giocatore che scommetta o incassi vincite per cifre superiori a mille euro”. In sostanza, se si volessero approfondire i dati registrati dal punto vendita, questi ultimi sarebbero a disposizione degli inquirenti per l’identificazione degli scommettitori.

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